#ticonosco

Quando postiamo una foto o un video sui social diamo per scontato che questa raggiunga solamente i nostri follower.

Ma è davvero così? In realtà dipende da come decidiamo di impostare il nostro profilo social. Tuttavia un nostro contenuto potrebbe uscire dalle nostre regole di pubblicazione ed essere diffuso su altri canali: basta infatti che un solo nostro contatto (follower) scarichi la foto in questione e la condivida con altri che abbiamo già perso la gestione del nostro contenuto. E’ importante quindi essere vigili e consapevoli nella pubblicazione online.

Questa tematica è molto importante oggi, dove tutto ciò che pubblichiamo online costituisce la nostra “reputazione digitale”. Definiamo meglio questo concetto: con il termine reputazione digitale o reputazione online o web reputation si intende la reputazione di una persona fisica o giuridica che può avere online ed è generalmente costituita dalla percezione che gli utenti del web hanno di quello specifico soggetto. Ogni azione che si compie online, quindi, va a incidere sulla propria web reputation, poiché ogni comportamento e ogni notizia reperibile in rete contribuiscono a formare l’idea che l’utente si crea e il giudizio che lo stesso esprime con riferimento ad una persona. La stragrande maggioranza di queste informazioni è reperibile dai nostri profili social e da ciò che postiamo. Va ricordato che la scelta del network a cui vogliamo comunicare è nostra.

Alcune tecniche relative alla percezione di una persona e quanto possiamo scoprire di una persona tramite pochi indizi possiamo trovarle nell’arte del mentalismo. Come imparare dal mentalismo per partecipare in modo piu’ consapevole online?
Con una proposta di parallelismi con il mentalismo proviamo a capire alcune pratiche legate al mondo della reputazione online, per chiederci alla fine: grazie alle informazioni online possiamo dire che un po’ ci conosciamo: ma è quello che vogliamo?


Si ringrazia per la partecipazione al video “performance”:
Francesca, Giacomo, Gregorio, Margherita, Isabella e Sara del gruppo Forever young dell’Oratorio di Lugano.

3 parallelismi con il mentalismo

 

1.  Come un mentalista, quando comunichi online cerca di comprendere chi è il tuo pubblico

Sui social media è possibile comunicare con un pubblico ampio. Sebbene la comunicazione online possa essere rivolta principalmente ad amici e famigliari, in realtà un messaggio può raggiungere anche persone sconosciute.

Se manteniamo il profilo aperto a tutti o “pubblico”, i contenuti che produciamo possono essere fruiti ed interpretati da pubblici diversi e non solo dai nostri follower. Dobbiamo quindi essere consapevoli che mantenendo il profilo aperto i nostri contenuti possano essere visti e consultati da audience potenzialmente al di fuori del nostro controllo.

2. Come per un mentalista, il contesto influenza la performance: lo stesso contenuto può essere adattato a seconda del pubblico 

Proprio come nella realtà di tutti i giorni, il modo in cui comunichiamo cambia da contesto a contesto. Parlare con un professore a scuola è diverso che rapportarsi con i colleghi di lavoro o conversare con la propria famiglia a casa. Allo stesso modo, questa cosa accade anche negli spazi online. La performance comunicativa è quindi diversa su Facebook rispetto a LinkedIn.
I contenuti – foto, video, post – possono essere uno specchio della nostra personalità, accessibile a tutti (o quasi). Ogni azione online quindi incide sull’immagine della nostra persona. In questo contesto un problema comune della comunicazione social risiede nel pubblicare foto inappropriate a seconda del contesto/social media. Foto, testi, storie che ad amici possono risultare divertenti, per altre persone possono essere imbarazzanti e alterare la percezione su di noi.
In generale è sempre possibile in un social media cancellare un contenuto che non vorremmo più fosse presente sulle nostre pagine. Tuttavia, l’oblio di un contenuto web non è garantito: una foto può venir cancellata, ma qualcuno precedentemente può averla scaricata.
malintenzionato.

3. Come un mentalista, da pochi indizi è possibile generalizzare chi sei: è quello che vuoi?

L’accessibilità pubblica ai contenuti che un utente pubblica sui social media, permette di ricostruire il suo profilo, come ad esempio, hobby, preferenze sul cibo, nomi di familiari o amici, ecc. Chiederci in modo critico quale idea di noi stiamo proiettando online è una buona pratica. Inoltre è bene tenere sempre in mente che le informazioni relative alla nostra persona potrebbero cadere nelle mani di malfattori, le cui intenzioni sono proprio quelle di avvalersi di questi dati per poter far sembrare sempre più innocui i tentativi di truffa. Vedi il caso #voilà